🔴 Trenta ore di viaggio, il dramma di una guerra da cui fuggire La tragedia a Roma

La tragedia si è consumata davanti agli occhi increduli dei suoi due figli piccoli. Un viaggio della speranza tramutatosi in dramma con una donna ucraina di 46 anni in fuga dalla guerra nel suo paese morta una volta arrivata a Roma, dove era pronta a ricominciare una nuova vita in attesa della fine dei bombardamenti. La sciagura è avvenuta venerdì mattina all'Ostiense, dove Natalia Kretova era appena arrivata con i suoi figli dopo un viaggio di 30 ore in un pullman partito da Ternopil - città dell'Ucraina occidentale - ed arrivato al ribattezzato capolinea del corridoio umanitario di Roma.

Il dramma in piazzale 12 ottobre 1492, a due passi da Eataly, intorno alle 7:30 del 18 marzo. Qui la donna, nata e cresciuta nella città di Cortkiv, era appena scesa da un pullman arrivato nella Capitale dopo un viaggio della speranza durato 30 ore. Una volta scesa dal torpedone Natalia Kretova si è accasciata in terra accusando dei dolori al torace. Incosciente è stata da subito soccorsa dal personale del 118 presente all'Ostiense, ma nonostante un tentativo di rianimazione è morta poco dopo davanti gli occhi increduli dei suoi due figli, un maschio ed una femmina di 11 e 12 anni, le cui urla di dolore hanno gelato il sangue degli altri passeggeri che avevano affrontato il viaggio con mamma e figli.

Sul posto numerose pattuglie della polizia di Stato con gli agenti del commissariato Colombo che hanno quindi ascoltato le testimonianze dei passeggeri presenti sul pullman. In particolare le parole di una suora che ha riferito che la donna era arrivata in Italia senza avere parenti o conoscenti che la potessero ospitare. Da qui la proposta della religiosa che aveva offerto alla profuga alloggio nella struttura dove risiede a Castel Gandolfo, dove Natalia purtroppo non è mai arrivata.

Da un primo controllo, nei bagagli della 46enne sono stati ritrovati alcuni farmaci che la donna usava per curare l'ipertensione di cui soffriva. Accertato il decesso per cause naturali, la salma di Natalia Kretova è stata messa a disposizione del medico necroscopo mentre i due figli rimasti senza madre saranno ospitati nella struttura religiosa dei Castelli Romani dove dovevano andare con la mamma.

Un dramma nel dramma dunque, con due giovani ragazzi che oltre a dover lasciare il papà e tutto quello che avevano nella loro casa sotto i bombardamenti, hanno visto la loro madre morire sotto i loro occhi, dopo averli però tratti in salvo e portati a Roma dove si spera possano cominciare una nuova vita.

La nota di Ares 118

A spiegare come i soccorritori abbiano provato a salvare la 46enne ucraina Ares 118 che in una nota stampa scrive: "Alle ore 7.36 è arrivata nella centrale operativa 118 di Roma una richiesta di soccorso da parte della polizia di Stato, che ci allertava per una signora colta da malore. Alle ore 7.37 è stata attivata l'ambulanza della postazione del Cto, che è giunta sul posto alle ore 7.46, seguita dall'automedica della postazione San Camillo. All'arrivo sul posto, la signora era non cosciente ed in arresto cardiocircolatorio. L'equipe sanitaria ha provato a rianimare il paziente, ma tutti i tentativi sono stati purtroppo vani. Alla famiglia della signora ed a tutta la comunità ucraina vanno le più sentite condoglianze da parte di tutta l'azienda".