Dopo giorni di incontri, discussioni e polemiche, il governo oggi sembra finalmente pronto ad imboccare la cosiddetta «via italiana per il Green Pass». Ovvero il decreto con cui si stabilisce che è necessaria almeno una dose di vaccino antiCovid per accedere a tutti i luoghi al chiuso (ristoranti compresi) e la doppia dose invece, ovunque ci sia il rischio di assembramenti.
La ratio del nuovo provvedimento, che conterrà anche i nuovi parametri per la definizione delle fasce di rischio, in linea di massima dovrebbe essere questa. A limare gli ultimi dettagli sarà la cabina di regia, convocata stamane a palazzo Chigi, che dopo un confronto annunciato come difficile con le Regioni e il parere del Comitato tecnico scientifico (Cts) dovrebbe essere in grado di mettere tutti d'accordo e passare la palla al Consiglio dei Ministri.
A quel punto, al netto delle inevitabili differenze di vedute che pure stanno dilaniando la maggioranza, il cdm approverà il testo in modo da far entrare subito in vigore (da lunedì 26) le nuove misure. Il tempismo infatti, è fondamentale. Non solo perché senza i nuovi parametri che mettono al centro le ospedalizzazioni diverse Regioni dalla prossima settimana sarebbero già in zona gialla (Lazio compreso), quanto soprattutto perché bisogna provare a spezzare il trend in crescita dei contagi.
Proprio per questo i governatori, inizialmente scettici sulla possibilità, hanno infine avallato l'uso del pass anche in zona bianca. Qui però, secondo le ipotesi che appaiono più forti sul tavolo, sarà sufficiente avere una prima dose per accedere ai locali pubblici al chiuso. Per cui bar (escluso il servizio al bancone) negozi, ristoranti e forse anche cinema e teatri (per cui in realtà resta viva la possibilità di imporre il completamento del ciclo vaccinale). L'idea in pratica è quella di imporre da subito l'obbligo del pass "monodose" per tutta una serie di attività non essenziali e da settembre estenderlo a quelle essenziali.
Una gradualità che non dovrebbe invece riguardare i mezzi di trasporto di lunga percorrenza come aerei, treni e navi. Su questi non è ancora stata raggiunta un'intesa ma si va verso l'obbligo di pass con doppia dose (o tampone o guarigione). La cabina di regia di questa mattina avrà proprio il compito di sciogliere questo nodo.
Pochi dubbi invece sui grandi eventi. Per accedere a concerti, spettacoli e partite di calcio negli stadi (la trattativa sul riempimento degli stessi è tutt'altro che conclusa però) serviranno entrambe le dosi di vaccino. A confermarlo il presidente della Conferenza delle Regioni e governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga: «La Conferenza - ha spiegato ieri - ha elaborato alcune proposte sull’uso del Green Pass in un’ottica positiva, ovvero per permettere la ripresa in sicurezza di attività fino ad oggi non consentite o limitate. Ad esempio grandi eventi sportivi e di spettacolo, discoteche, fiere e congressi».
Nel testo in fase di elaborazione inoltre, oltre all'inevitabile prolungamento dello stato di emergenza, dovrebbe finire anche una misura che punterà ad incentivare gli italiani al completamento del ciclo vaccinale. Si punta in pratica ad evitare che chi ha ricevuto una dose, e con il relativo pass può già accedere a numerose attività, si accontenti e interrompa la profilassi. Secondo quanto si apprende nel decreto sarà quindi specificato che il pass rilasciato 14 giorni dopo la prima somministrazione non sarà più valido se si diserta l'appuntamento per la seconda.
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