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I vergognosi insulti a Berrettini per aver fatto un tampone non obbligato: “Covidiozia, cogl***e”

Matteo Berrettini ha dato forfait al torneo di Wimbledon a causa del Covid, come dichiarato da lui stesso dopo l’esito positivo di un tampone cui non era obbligato a sottoporsi. Un gesto di grande responsabilità che ha scatenato la reazione di negazionisti e No vax sui social.

Matteo Berrettini ieri ha annunciato col "cuore spezzato" di essere costretto a dare forfait al torneo di Wimbledon a causa della sua positività al Covid. Il 26enne tennista romano sarebbe dovuto scendere in campo di lì a qualche ora nel suo incontro di primo turno contro il cileno Garin, invece il suo posto in tabellone è stato preso dal lucky loser svedese Elias Ymer, che si è messo in tasca le 50mila sterline (oltre 58mila euro) destinate allo sconfitto e ha salutato velocemente il torneo perdendo tre set a zero.

L'annuncio di Berrettini, dato via social a corredo di una sua foto in bianco e nero a testimoniare lo stato d'animo plumbeo, ha tolto dal terzo Slam stagionale uno dei favoriti della vigilia, il terzo secondo i bookmaker alle spalle del campione uscente Djokovic (che aveva battuto in finale l'azzurro l'anno scorso) e Nadal. Del resto, il romano veniva da due tornei consecutivi vinti sull'erba, a Stoccarda e al Queen's, dimostrando di essere ormai uno dei migliori specialisti sulla superficie, dopo aver pienamente recuperato dall'operazione alla mano dello scorso marzo che gli aveva fatto saltare tutta la stagione sulla terra battuta.

Con queste premesse, le aspettative di Berrettini e dei suoi tifosi erano altissime, e Matteo aveva davvero la sensazione che questo potesse essere l'anno buono, quel momento magico – che capita poche volte nel corso di un'intera carriera – in cui la condizione psicofisica e tecnica si incontra con congiunture astrali favorevoli per realizzare la vittoria della vita. "Sono sempre stato cauto con le parole, ora sento che non serve più nascondermi – aveva detto qualche giorno fa – Sto giocando bene, scoppio di fiducia: entro nel torneo con la ragionevole certezza di poter arrivare lontano. La strada per la finale la conosco già. Mi sento più pronto, più forte, migliore. A Parigi, Londra e New York, nel 2021, ho perso sempre da Djokovic. Direi che è arrivato il momento di batterlo".

La legittima ambizione del nostro campione si è scontrata con l'esito di un tampone che lo ha gelato. Un tampone cui non era obbligato a sottoporsi, visto che in Inghilterra le restrizioni anti Covid sono state completamente rimosse. Non si è obbligati a segnalare di essere positivi né a mettersi in isolamento, si consiglia semplicemente di restare a casa e limitare i contatti. Un approccio al virus che nel torneo di Wimbledon si è tradotto nell'assenza totale di protocolli atti a limitare il contagio, sia per i giocatori che per il pubblico. Berrettini avrebbe potuto ignorare i sintomi che gli suggerivano che non stesse bene e dunque non sottoporsi al tampone – come avrebbero fatto tacitamente molti tennisti al recente Roland Garros, a sentire la francese Alize Cornet – ed invece, con grande senso di responsabilità nei confronti degli altri, lo ha fatto, accettandone le conseguenze per lui molto pesanti: rinunciare a un treno che non è detto che ripassi più, sia da un punto di vista sportivo che economico (chi vince Wimbledon si porta a casa 2 milioni di sterline, ovvero oltre 2,3 milioni di euro).

"Ho avuto sintomi influenzali e sono stato in isolamento negli ultimi giorni – ha spiegato Matteo  su Instagram – Nonostante i sintomi non siano gravi, ho deciso che era importante fare un altro test questa mattina per proteggere la salute e la sicurezza dei miei avversari e di tutti le altre persone coinvolte nel torneo. Non ho parole per descrivere l'estrema delusione che provo. Il sogno è finito per quest'anno, ma tornerò più forte". Parole che gli fanno onore e sono la conseguenza coerente della posizione che Berrettini ha sempre assunto sulla necessità di impegnarsi nella profilassi per limitare i contagi del Covid.

Le stesse parole sono state tuttavia usate sui social per ridicolizzare il romano, con vergognosi insulti da parte di account negazionisti del Covid e No vax. Il sentimento civico e l'empatia per il prossimo mostrate da Berrettini si trasformano dunque – agli occhi di queste persone – in stupidità per aver rinunciato ad una barca di soldi in nome di qualcosa che esisterebbe solo per i ‘Covidioti'. Matteo sarebbe dunque un "cogl***e" per aver sacrificato il proprio interesse (e non poco) per quello superiore degli altri. "Immagina non avere una linea di febbre e farti un tampone sapendo che se risulterà positivo ti scordi il torneo più importante al mondo e 2,5 milioni di euro. Immagina essere più cretini", si legge in un tweet.

E ancora: "Vorrei elogiare il genio di Berrettini: si sentiva il raffreddore e ha rinunciato a un possibile approdo nei primi 4, magari un'altra finale di Wimbledon (in soldoni, tra 1 e 2 milioni) per la sua Covidiozia. E niente, si gode morendo dalle risate". "Hai protetto gli altri da che? Dall'influenza? Ma per favore, sei solo un coniglio, é questa la verità – scrive un altro hater – Se tutti gli atleti si fanno un tampone al giorno, nel 90% dei casi, sei positivo. Idiota". Fino ad arrivare al titolo di "Covidiota dell'anno".

Ovviamente questa è solo una minoranza, a fronte della gran parte dei messaggi di stima per Berrettini, sintetizzati da una frase: "Sei un vero campione". Matteo lo è, non solo in campo.

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