Gli Stati Uniti colpiscono Iran: attaccati tre siti nucleari, Trump parla di “straordinario successo militare”
Nella notte tra il 21 e il 22 giugno, gli Stati Uniti hanno lanciato un attacco aereo contro i siti nucleari iraniani di Fordow, Natanz ed Esfahan, provocando una reazione immediata da parte di Teheran e una dichiarazione trionfale del presidente americano Donald Trump, che ha definito l’operazione un “successo militare spettacolare”. Il governo iraniano ha invece denunciato l’attacco come una grave violazione del diritto internazionale, avvertendo che le conseguenze saranno “eterne”.
Secondo quanto comunicato da Trump in un discorso pronunciato dalla Casa Bianca intorno alle 4 del mattino, gli attacchi avevano come obiettivo la distruzione completa delle strutture di arricchimento dell’uranio dell’Iran. “Tutti hanno sentito quei nomi per anni, mentre costruivano questa orribile impresa distruttiva. Il nostro obiettivo era la distruzione dell’impianto di arricchimento nucleare iraniano”, ha dichiarato. Ha poi aggiunto: “Gli attacchi sono stati uno spettacolare successo militare”, sottolineando che i siti colpiti sono stati “totalmente e completamente distrutti”.
I bombardamenti, secondo fonti militari statunitensi, hanno coinvolto sei bombardieri B‑2 e un numero imprecisato di missili Tomahawk lanciati da sommergibili. L’operazione, che ha richiesto mesi di preparazione, è stata descritta come la più potente azione militare statunitense in Iran degli ultimi decenni, e ha segnato un cambiamento significativo nel ruolo di Washington nella crisi tra Israele e Iran.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, intervenuto anch’egli durante la notte, ha parlato di un “pieno coordinamento” tra Stati Uniti e Israele nella pianificazione dell’operazione. “Gli Stati Uniti hanno continuato, con maggiore intensità e con grande forza, gli attacchi dell’IDF e del Mossad al programma nucleare iraniano”, ha affermato. Ha poi elogiato il presidente americano: “Trump sta guidando il mondo libero con forza. È un grande amico di Israele, un amico come nessun altro”.
In contrasto con le dichiarazioni di Washington e Gerusalemme, la risposta iraniana è stata durissima. Il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha scritto su X: “Gli eventi di questa mattina sono scandalosi e avranno conseguenze eterne”. Ha inoltre affermato che l’Iran “si riserva tutte le opzioni per difendere la propria sovranità, i propri interessi e il proprio popolo”, accusando gli Stati Uniti di aver commesso “una grave violazione della Carta delle Nazioni Unite, del diritto internazionale e del Trattato di non proliferazione nucleare”.
Il sito di Fordow, secondo le autorità iraniane, non avrebbe subito danni gravi, mentre le condizioni degli altri due impianti restano sotto valutazione. Tuttavia, le immagini satellitari e i rapporti preliminari suggeriscono che i danni strutturali potrebbero essere significativi, specialmente a Natanz, già precedentemente colpito in operazioni di sabotaggio attribuite a Israele.
L’operazione militare ha riacceso le tensioni in Medio Oriente, con timori diffusi per una possibile escalation regionale. Diversi osservatori internazionali hanno espresso preoccupazione per la portata dell’attacco e per le sue implicazioni, non solo militari ma anche diplomatiche. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è stato convocato d’urgenza per discutere gli sviluppi.
La comunità internazionale si interroga ora sulle prossime mosse dell’Iran e sulle eventuali ripercussioni per la sicurezza globale. Non si esclude il rischio di un coinvolgimento diretto di altri attori regionali, né di azioni di rappresaglia che potrebbero colpire gli interessi statunitensi e israeliani nella regione o persino oltre.