Matilda De Angelis irrompe nella prima puntata di The Undoing

Sensuale, sfrontata, inquietante, Matilda De Angelis irrompe nella prima puntata di The Undoing - Le verità non dette (già disponibile su Sky Atlantic) e conquista la scena, nonostante la giovane attrice bolognese debba contenderla a due superstar internazionali come Nicole Kidman e Hugh Grant. L’attesa serie, prodotta da Hbo, ha già ha conquistato i telespettatori di Stati Uniti e Regno Unito, dove ha fatto registrare numeri da record, che hanno surclassato perfino la prima stagione de Il trono di Spade.

È la storia di una ricca coppia newyorkese - lui oncologo pediatrico, lei psicoanalista - dalla vita apparentemente perfetta, che viene letteralmente disfatta (questo significa undoing) dall’arrivo di una giovane mamma nella scuola del loro figlio dodicenne.

Per Matilda si tratta di un debutto hollywoodiano con il botto, che l’ha resa immediatamente popolare in tutto il mondo. Basta guardare i numeri del suo account Instagram che nel giro di poche settimane ha superato i 331 mila followers.

Com’è riuscita una giovane attrice italiana, sconosciuta ai più, a sbarcare in una serie di così alto profilo? Al netto del talento innegabile, il merito va anche a Stefano Accorsi che l’aveva lanciata nel 2016 nel ruolo di sua sorella nel film Veloce come il vento, film di Matteo Rovere girato quando lei ancora stava finendo il liceo. Un esordio importante, che le ha fatto vincere diversi riconoscimenti e l’ha portata alla ribalta internazionale due anni dopo come Shooting Star, titolo assegnato ogni anno ai dieci migliori attori emergenti europei, nel corso del festival del cinema di Berlino. «Una carica che detengo ancora», proclama soddisfatta, «poiché nel frattempo nessun italiano è più stato nominato.

Berlino ha impresso una svolta fondamentale alla mia carriera, facendomi capire che potevo affacciarmi su una platea molto più ampia di quella esclusivamente nazionale. Non voglio essere solo un’attrice italiana, voglio essere una cittadina del mondo e lavorare con il maggior numero possibile di attori, registi e produttori». Il festival di Berlino le aveva offerto la preziosa occasione per conoscere i direttori dei casting più importanti del mondo. «Una di loro si è ricordata di me quando si è trattato di scegliere la dark lady da piazzare tra Hugh e Nicole. Ho registrato il provino un giorno a casa, assistita da mio fratello minore Tobia [anche lui attore, ndr] che mi dava le battute.

La settimana dopo ero già su un volo per New York!». Un’esperienza travolgente. «Era la mia prima volta negli Stati Uniti e anche la prima che recitavo in inglese. New York è un gigantesco parco giochi, sono fortunata di averla scoperta prima della pandemia ». Di colpo si è trovata catapultata sul set. «Ho fatto qualche prova con Hugh Grant, invece la Kidman l’ho conosciuta direttamente in scena. È una delle mie attrici preferite e tra le più grandi di sempre: lavorare con lei è stato un privilegio e ho cercato di imparare il più possibile. Tra jet lag e nervosismo, le prime notti non ho chiuso occhio». Entrare in contatto con due superstar può intimidire, ma anche sorprendere. «Ho scoperto che Nicole è una donna dolcissima, alla fine delle riprese mi ha scritto una lettera piena di complimenti che naturalmente ho incorniciato. E per Natale mi ha spedito diversi regali.

Hugh, invece, pur essendo molto simpatico, ha quell’ironia british che non permette di accorciare troppo le distanze». Del gentleman inglese Grant ha per fortuna anche le buone maniere. «Si è sempre mostrato attento, sensibile e gentile, anche nelle scene più difficili, in cui c’erano improvvisi cambi d’umore e di sentimento: dalla passione al delirio, dal sesso alla pura brutalità e violenza. Durante le pause scherzavamo e così mi sono presto sentita a mio agio. C’è stato un giorno in cui ho picchiato la testa contro il muro così tante volte che alla fine ero stravolta, ma anche carica di adrenalina. È stata un’esperienza folle, intensa di paura ed eccitazione».

Il fatto di essere un’estranea rispetto all’ambiente nel quale si è trovata a lavorare ha aiutato Matilda a costruire il suo ruolo di donna che giunge all’improvviso nella vita regolare di alcune persone e sconvolge la routine e l’ambiente. «Elena, il mio personaggio, non c’entra niente con le altre mamme della scuola: è più giovane, non è abbiente e la sua vita non appare per nulla perfetta. È intrappolata in un matrimonio senza amore ed è una ninfomane, soffre cioè di una patologia che la rende dipendente dal sesso: una condizione che supera anche quella di femme fatale». E che lei riesce a rendere con sorprendente naturalezza. Da bambina Matilda sognava di lavorare nel mondo della musica: «Ho cominciato a suonare la chitarra a sei anni, il violino a undici e ho sempre cantato. La musica è il mio primo amore e la mia grande passione ».

Invece non ha mai studiato recitazione. «Debuttai per caso, perché il regista Matteo Rovere cercava un volto nuovo e un amico gli mostrò una mia foto. Lui volle incontrarmi ». Il resto è storia, perché quel film ha diviso la sua vita nettamente: c’è il prima e c’è il dopo. «Altrimenti avrei continuato a cantare con la mia band e sarei andata all’università a studiare da interprete. Ho sempre avuto molto orecchio per le lingue, perciò ho imparato bene l’inglese senza fare studi particolari. Dopo quel primo ruolo in Veloce come il vento, la mia scuola è stata la fiction di Raiuno Tutto può succedere, in onda dal 2015 al 2018.

Ho imparato direttamente sul campo, stando sul set sette mesi l’anno per tre anni». Il merito del successo va anche ai genitori che l’hanno sempre incoraggiata. «Papà è un grafico. Lui e mamma mi hanno insegnato a non porre limiti ai miei sogni - che la felicità è la cosa più importante - ma anche a tenere i piedi per terra». Adesso cosa le manca? «Il sogno più grande è unire le mie due passioni, il canto e la recitazione: lavorare un giorno in un musical». Intanto è lanciatissima, impegnata com’è in due grosse produzioni internazionali. La serie Tv Leonardo, che andrà in onda su Raiuno, nella quale interpreta Caterina da Cremona, musa del genio rinascimentale. E poi il film Di là dal fiume e tra gli alberi, tratto dal romanzo di Hemingway, nel quale recita accanto a Liev Schreiber, altra superstar di Hollywood.