Muore di infarto a 13 anni, sotto processo la maestra: “È colpa sua”

Il giovanissimo Alessio Quaini morì nel 2014 a 13 anni, stroncato da un infarto durante una gita scolastica. L’accusa punta il dito contro la maestra: “È colpevole, Alessio non poteva salire i gradini delle scale”.
Era morto in gita, dopo essersi accasciato improvvisamente sul pavimento. Stroncato a 13 anni da una crisi cardiaca. È successo nell'aprile del 2014 a un ragazzino di Vallio Terme (Brescia), ma ancora oggi il caso rimane aperto. Per l'accusa, nonostante il piccolo Alessio Quaini avesse un difetto congenito al cuore, la sua morte ha infatti una responsabile in carne ed ossa: l'insegnante che l'aveva in custodia. E che, incurante della sua patologia, gli ha fatto comunque salire 40 gradini di scale per visitare la sala civica del municipio di Villanuova sul Clisi. Uno sforzo mortale, per un ragazzino così fragile.

I problemi cardiaci

Alessio da tempo soffriva di una cardiopatia congenita, la stessa che a soli tre anni di vita aveva portato via il fratello. Alessio e Simone Quaini erano gemelli: nati nel 2000, erano entrambi affetti da cardiomiopatia ipetrofica dilatativa. Simone ha cominciato ad avere i primi problemi nel 2002: in lista d'attesa per un trapianto, è morto nell'agosto dello stesso anno. Alessio è stato bene fino al 2010, quando per una crisi cardiaca gli venne impiantato un defibrillatore interno. Negli anni successivi si sono succedute altre crisi: l'ultima, purtroppo letale, l'11 aprile 2014.

Le colpe

Fatalità? O forse la precisa responsabilità dell'insegnante che l'aveva in custodia? I consulenti dell'accusa e dei genitori Enrica e Paolo, parte civile al processo, non hanno alcun dubbio. E sostengono che lo sforzo per quei 40 gradini sia stata la causa principale del decesso."Alessio non poteva fare quelle scale". E la maestra lo sapeva.