Ottaviano Del Turco, figura di spicco della politica italiana e del sindacalismo, è venuto a mancare, lasciando un’eredità importante nel Partito Socialista e nella Regione Abruzzo.
La vita e la carriera di Ottaviano Del Turco
Venerdì scorso si è spento Ottaviano Del Turco, una figura di riferimento della politica italiana e del sindacalismo, all’età di 79 anni. La notizia della sua morte è stata comunicata dal figlio Guido, segnando la fine di una carriera che ha attraversato importanti momenti storici per il paese. Nato a Collelongo, un comune in Abruzzo, Del Turco si trasferì giovanissimo a Roma, dove iniziò il suo percorso professionale all’interno della CGIL.
Del Turco iniziò la sua carriera nella segreteria provinciale della FIOM, il sindacato dei lavoratori metalmeccanici, diventando un esponente di spicco dell’area socialista. Negli anni ‘80, sotto la guida di Luciano Lama, diventò dirigente della CGIL, contribuendo a plasmare le politiche sindacali dell’epoca. La sua ascesa nel mondo politico proseguì nel 1992, quando lasciò il sindacato per diventare segretario nazionale del Partito Socialista.
Nel 1994, Del Turco venne eletto alla Camera dei Deputati, e due anni dopo, dal 1996 al 2000, ricoprì il ruolo di presidente della commissione antimafia, impegnandosi a fare luce sui legami tra mafia e politica. Tra il 2000 e il 2011, servì come ministro delle Finanze durante il secondo governo di Giuliano Amato. Nel 2004, fu eletto europarlamentare nelle liste dell’Ulivo. L’anno successivo, Del Turco si candidò alla presidenza della Regione Abruzzo, battendo il presidente uscente Giovanni Pace, e sotto la sua leadership, la regione affrontò diverse sfide.
Del Turco servì anche come senatore per due legislature, fino al 2004, contribuendo in modo significativo al panorama politico italiano.
Le controversie giudiziarie
Il percorso di Del Turco non fu privo di ombre. Nel 2008, fu coinvolto in un’inchiesta della procura di Pescara riguardante la gestione della sanità privata, affrontando gravi accuse di associazione per delinquere, truffa, corruzione e concussione. Nonostante le pesanti accuse, Del Turco fu assolto dalla maggior parte dei capi d’imputazione, ma fu condannato per induzione indebita. Questa condanna, confermata dalla Cassazione, segnò un capitolo difficile nella sua vita e carriera.
Ottaviano Del Turco rimane una figura complessa, un uomo che ha contribuito significativamente alla vita politica italiana, lasciando un’eredità di impegno e dedizione. La sua morte è una perdita per la comunità abruzzese e per tutti coloro che hanno seguito le sue orme nel sindacalismo e nella politica. Il suo operato continua a suscitare dibattito e analisi, ponendo l’accento su un’epoca storica e su temi attuali che continuano a riverberarsi nel dibattito pubblico.
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