Alessandro Gassmann torna con ”Io ti cercherò”, in onda da lunedì 5 ottobre alle 21.25 su Raiuno

Redazione

Quello che unisce un padre al proprio figlio è un legame intenso, sfaccettato, carico di amore e di luce, ma talvolta anche di ombre. Lo sa benissimo Alessandro Gassmann, che con l’amato padre Vittorio ha vissuto per molti anni un rapporto intenso e a tratti anche difficile.

Altrettanto intenso è il nuovo personaggio che interpreta – guarda caso un padre – nell’attesissima fiction Io ti cercherò, in onda da lunedì 5 ottobre alle 21.25 su Raiuno, in quattro puntate, con la regia di Gianluca Maria Tavarelli. La vicenda, ambientata a Roma, ha i risvolti avvincenti di una crime story.

Gassmann è l’ex poliziotto Valerio, un uomo chiuso e solitario che cerca la verità sul suo unico figlio Ettore (interpretato dal giovane Luigi Fedele), morto in apparenza suicida. In suo aiuto arriva l’ex collega Sara, una forte e bellissima Maya Sansa, con cui in passato ha avuto una relazione.

Nel lungo viaggio di ricerca, Ettore scoprirà risvolti sconosciuti della vita del figlio, dando un nuovo senso al loro rapporto. Ma i fan di Alessandro, che in questo momento è più alla ribalta che mai, saranno felici di vederlo anche nel ruolo di protagonista del nuovo film Non odiare, diretto dal regista Mauro Mancini.

Nella storia, che si ispira a un fatto reale accaduto in Germania, veste i panni del chirurgo ebreo Simone Segre che decide di non soccorrere la vittima di un incidente stradale perché sulla pelle ha un tatuaggio nazista. Ma poi si ritrova a fare i conti con la propria coscienza.

Presentato al Festival del cinema, è un film forte che fa riflettere perché parla di un tema molto attuale e sentito in questo momento storico: l’odio sociale. A Venezia, ospite degli incontri Hearst Vivere meglio – Cinema, in una lunga intervista rilasciata a Piera Detassis, giornalista, critica cinematografica e Editor at large cinema and entertainment per le testate di Hearst, la nostra casa editrice, ha raccontato: «Per chi è credente Non odiare potrebbe essere l’undicesimo comandamento, quello che manca in un periodo così spaventoso, in cui le divisioni sono aumentate.

Credo sia giusto che un personaggio famoso spenda la sua popolarità per cause importanti, mi spiace solo che in Italia ci siano meno colleghi che lo fanno». Da sempre impegnato su molti fronti, dalle tematiche sociali all’ambiente, l’attore è noto anche per il suo modo diretto di affrontare le discussioni.

Discussioni che negli anni non sono mancate anche nella sua famiglia. Gassmann ha più volte raccontato che, pur amandosi moltissimo, lui e la moglie Sabrina Knaflitz – l’attrice di origine austriaca che ha sposato nel 1998 e a cui è legato da 25 anni – hanno affrontato molti litigi. Istintivo e un tantino permaloso (come lui stesso si è dichiarato), ammette che per primo spesso pronuncia frasi che non pensa, di cui poi regolarmente si pente.

Negli anni, grazie agli affetti e alla maturità, ha però imparato a stemperare la tendenza alle polemiche. «Diciamo che sono puntiglioso, ma oggi anziché attaccare a testa bassa come un tempo preferisco ascoltare, sono un ex-aggressivo diventato riflessivo, anche grazie alla popstar [il figlio Leo, vincitore a Sanremo nelle Nuove Proposte, con cui ha trascorso il lockdown, ndr].

È molto saggia la popstar, Leo è pacato, non si arrabbia mai e questa cosa, ovviamente mi fa arrabbiare moltissimo mi snerva e via a ruota… (ride).

Però mi è servito il suo consiglio. Io del resto ho sopportato, nel confinamento insieme, le sue nove ore di prove musicali », ha raccontato a Detassis. «A questa età, comunque, ho capito che quello che mi interessa davvero è dialogare con persone che la pensano in modo molto diverso da me, per capire come arrivano a quel ragionamento che io trovo inaccettabile.

Credo che l’ascolto, il lavorare insieme, sia l’unico modo per trovare almeno un punto di incontro a metà strada». Durante il lockdown, Alessandro ha ripensato anche al valore degli insegnamenti ricevuti dal padre Vittorio, che ha ricordato con tenerezza: «Papà avrebbe portato la mascherina tutto il tempo, ipocondriaco com’era. Al ristorante disinfettava tutto con il limone, forchette, coltelli…

Eppure l’esperienza della sua generazione di artisti e intellettuali manca. Manca la saggezza e l’umiltà di chi ha passato fame e guerra. È come se, spariti loro di scena, fosse successo quel che capita in classe quando esce il professore e comincia la caciara».

Convinto che le persone giuste e le energie spese bene siano fondamentali per un mondo migliore, Alessandro ha lanciato l’iniziativa #Green Heroes: sul suo profilo Twitter racconta storie positive di attività ecosostenibili. «Le mie battaglie per l’ambiente sono note, ho creato Green Heroes per celebrare quei cittadini, imprenditori e gruppi di persone che credono in una economia ecosostenibile e dimostrano che può perfino garantire migliori probabilità di successo. In Italia i casi sono tanti», ha detto.

A suo dire anche il cinema può fare molto. L’attore, che è tornato sul set della terza serie de I bastardi di Pizzo Falcone e dal 2 novembre inizierà le riprese del terzo film da regista, Il silenzio grande, è il primo a mettere in atto i buoni propositi: «Ho già chiesto almeno un eco-catering, un set è un enorme produttore di plastica, dobbiamo assolutamente cambiare».

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