Giuseppe Di Stefano chi è?

Biografia  Pippo, tenore emigrante

Un tenore di fama internazionale, Giuseppe Di Stefano, o semplicemente Pippo, come lo chiamavano i suoi amici, nacque in Sicilia, a Motta Sant’Anastasia, in provincia di Catania, il 24 luglio 1921. Salvatore, suo padre, dovette rinunciare alla sua uniforme carabiniera per sposare la sua amata Angela Gentile, una sarta di Siracusa. Insieme, a causa di difficoltà economiche, decidono di trasferirsi a Milano. Qui il giovane Giuseppe viene educato in un seminario gesuita, dove canta nel coro, ma solo molto più tardi il suo amico Danilo Fois, portandolo alla Scala, gli fa scoprire l’amore per la lirica.

Come insegnante, Giuseppe Di Stefano deve molto al baritono Luigi Montesanto, anche lui siciliano emigrato a Milano, palermitano e primo interprete del “Tabarro” di Puccini. Successivamente, dopo aver vinto il concorso fiorentino “Voci grezze”, nel 1938, Montesanto divenne suo agente.

Quando scoppiò la guerra mondiale, Di Stefano si arruolò, ma la sua natura irrequieta gli impedì di andare sul fronte russo, a scapito di molti giorni trascorsi in cella. Ottiene un permesso quasi fittizio grazie al tenente dottor Giovanni Tartaglione, di cui tiene per sempre una fotografia sulla scrivania, e si abbandona alla musica leggera sotto lo pseudonimo di Nino Florio, sfuggendo infine alla coscrizione forzata e trascorrendo gli ultimi mesi della guerra in Svizzera. Qui realizza alcune registrazioni per la stazione radio di Losanna, ancora intatte, in un’alternanza di opera e musica leggera. Sono gli anni in cui realizza il suo enorme talento come cantante.

Il suo debutto ufficiale, alla fine della guerra, avvenne il 20 aprile 1946 a Reggio Emilia. Interpreta Des Grieux in Manon di Massenet. Con questa stessa opera, dopo una carriera veloce e folgorante che lo ha portato in alcuni dei migliori teatri italiani, ha debuttato all’estero, a Barcellona, inaugurando la stagione del Gran Teatre del Liceu. Nemmeno un anno dopo il suo debutto sul palcoscenico, portò Manon alla Scala il 15 marzo 1947. L’anno successivo, nel ruolo di Duca di Mantova in Rigoletto, fu a New York, al Metropolitan, dove tornò su richiesta popolare fino al 1951. Ed è a questo punto che una figura molto importante entra nella sua vita: María Callas

L’influenza, però, la condivisione artistica, è reciproca. Giuseppe Di Stefano riesce a trasfondere nel grande cantante tutto il suo entusiasmo e la sua vitalità. Tuttavia, due anni prima, nel 1949, sposò una giovane e bella studentessa di canto, Maria Girolami, con la quale iniziò una relazione di 25 anni che gli avrebbe dato tre figli.

La Callas si riprende dalle proprie delusioni emotive e inizia con Di Stefano un’importante collaborazione artistica, che durerà fino agli anni ’70. Sono saliti sul palco insieme in Germania e Francia, negli Stati Uniti e in Giappone, in Australia e Nuova Zelanda. Ma alla Scala di Milano rimangono alcune interpretazioni memorabili, come quella di Lucia di Lammermoor nel 1954, in cui Pippo Di Stefano e Maria Callas sono diretti da Herbert von Karajan, e Carmen nel 1955, sempre diretta da Karajan, al fianco di Giulietta Simionato. Nello stesso anno fu diretta dal grande Luchino Visconti, nell’opera La Traviata, con la Callas, e tre anni dopo, nel 1958, Giuseppe Di Stefano partecipò al ritorno alla Scala di Milano del soprano Renata Tebaldi, per l’opera Tosca. Questa è la loro età dell’oro. In cui i suoi pianissimi divennero famosi, quasi leggendari

Durante gli anni ’60 e ’70 il tenore si dedicò anche all’insegnamento, con seminari e stage non solo in Italia. Ebbe un buon successo in Germania nel genere dell’operetta, considerato nobile dai tedeschi, mentre nel 1973 tornò in grande stile al fianco di Maria Callas, per l’ultimo tour mondiale della cantante: un successo senza precedenti tra il pubblico e i media, che regalò ai fan una serie di registrazioni indimenticabili.

Due anni dopo, però, Giuseppe Di Stefano perde la sua seconda figlia, Luisa, per una malattia incurabile. Lo shock è forte e l’anno successivo, di comune accordo, decide di separarsi dalla moglie Maria

Nel 1977 Pippo è in Germania, in tournée. Qui incontra una giovane soprano di hamburger, Monika Curth, che presto diventa la sua seconda moglie, restituendogli la sua fiducia e il suo entusiasmo.

L’ultima volta che Di Stefano è salito sul palco in uno spettacolo d’opera è stato nel 1992, alle Terme di Caracalla, nel ruolo dell’imperatore Altoum in Turandot. Ha poi trascorso gli ultimi anni della sua vita tra il Kenya e la Brianza, insieme alla moglie Monika e ai loro figli. Fino al dicembre 2004, quando nella sua casa di Diani (Kenya) fu gravemente ferito mentre difendeva il suo cane dall’aggressione di alcuni ladri. Ricoverato all’ospedale di Mombasa, si è improvvisamente deteriorato ed è caduto in coma il 7 dicembre. Il 23 fu trasferito in un ospedale di Milano, non essendosi mai ripreso dall’incidente e rimanendo malato fino alla morte. Muore il 3 marzo 2008, nella sua abitazione di Santa Maria Hoè, in provincia di Lecco, all’età di 86 anni.