Albano Carrisi ferma le malelingue: '' con Loredana Lecciso è sempre amore''

Se non sapessi di essere positivo davvero non ci crederei: mi sento da Dio!», dice Al Bano a Oggi. Anche lui si è preso il Covid. E il Leone della Puglia ruggisce davanti al virus che sta mettendo in ginocchio l’Italia intera con le sue perniciose varianti.

Ironico, tagliente, in buona salute, Al Bano dalla terrazza della sua tenuta di Cellino San Marco tranquillizza il suo pubblico. Sta benone e osserva l’isolamento necessario come da prassi. A vegliarlo comunque c’è Loredana Lecciso, rassicurante presenza ogni volta che il cantante ha avuto qualche grana con la salute.

Al netto degli immancabili detrattori, la coppia si ama da più di 21 anni e, come recentemente lui ha dichiarato in una intervista esclusiva al nostro giornale, «Lei è una donna molto intelligente, ha un’intelligenza superiore: la sua bellezza è al passo col suo cervello. Il nostro è un matrimonio mentale». A Cellino raccontano di un uomo che non è per niente fiaccato dal virus, di lunghe camminate nei boschi, di chiacchierate piacevoli (a distanza di sicurezza) con i suoi amati contadini. Di visite estatiche ai filari della sua vigna. Nemmeno il Covid ha fiaccato l’anima battagliera di quest’uomo straordinario.

Quindi come sta? «Molto bene. Il nemico più fetente che ha scatenato la terza guerra mondiale ci ha provato pure con me, ma gli ha detto male. È subdolo, silente, attacca senza rumore. Le guerre sono sempre state caratterizzate da bombe e cannoni, questo nemico invece è silente.

Fa danni enormi: psicologici, fisici, sociali». Be’, almeno un po’ l’avrà spaventata. «Io grazie a Dio ho solo coraggio: nella mia vita ho sempre scelto di essere coraggioso».

Riavvolgiamo il nastro: come si è accorto di essere positivo? «Avrei dovuto essere al fianco di Federica Panicucci, per l’evento di Canale 5 a Capodanno, e ho fatto il tampone. L’anno scorso ne avrò fatti centinaia e sono sempre risultato negativo: quando mi hanno detto che ero positivo non riuscivo a credere alle mie orecchie. Ho fatto subito un altro tampone e, malgrado sapessi di aver messo in atto mille cautele, mi sono dovuto arrendere alla positività».

Mille cautele? «Ho avuto tutte le accortezze del caso. Mi sono davvero impegnato a rispettare le regole. Ma per fortuna abbiamo il vaccino, che è la vera salvezza dell’umanità. Avendo fatto tre dosi posso dire che il virus io non lo vedo e non lo sento».

Però c’è: lei che cosa fa per impegnare il tempo, visto che non può cantare? «Cucino, ma non è una novità. E lo faccio molto bene». Ma come l’ha preso, scusi? «Erano 20 anni che non passavo il Natale con Cristel e l’ho raggiunta in Croazia dove c’era anche Romina junior.

Ci tenevano molto. Da quando ho perso Ylenia onestamente non sento più il Natale come lo sentivo anni fa. Faccio in modo che sia Natale ogni giorno: il Natale deve essere una grande fonte di calore e umanità da spalmare in ogni giorno dell’anno. Certi dolori bucano le ruote di un camion che sta facendo un tragitto umano: quindi non è possibile camminare come prima. L’intelligenza porta alla conclusione che la festa deve essere ogni giorno».

E quindi va a Zagabria... «Ho fatto il nonno per qualche giorno ed è stato bellissimo. Solo che mia figlia il 24 ha invitato alcune amiche ed è venuto fuori che una di loro era positiva. Io e Romina junior ce lo siamo beccato, per fortuna Cristel e i bimbi sono negativi».

I no vax? Nel video su Instagram in cui ha annunciato di essere positivo li ha asfaltati... «Bisogna dire la verità a chi non vuol capirla: esistono varie verità, e va bene, ma se la tua verità porta morte o malattia, o prendi coscienza oppure dobbiamo fartela prendere. Mi auguro che non succeda come a tanti è già capitato: vanno a farsi curare e poi fanno il mea culpa. È tardi! Bisogna capirlo prima. Il vaccino non è contro l’uomo, è la salvezza dell’umanità, da sempre».

Se va indietro con la memoria che le viene in mente? «Il vaiolo: tutti noi scolaretti in fila indiana e un dottore alla fine della fila che, tac, ci pungeva. A nessuno è successo niente, e abbiamo debellato il vaiolo». E nessuna protesta in piazza. «Capivamo che la scienza va tenuta da conto, sempre. Oggi tutti si sentono scienziati del nulla. Se portassero idee costruttive nessuno li odierebbe, ma di fronte a una realtà così mondialmente drammatica tu ancora fai il no vax? Giocano con la vita degli altri...».

Perché la politica non li limita davvero seriamente? «C’è quella parte “molle” della politica che pur di non perdere voti fa anche quello che non dovrebbe fare, questa è la verità». Se lei fosse al governo... «Che le ho fatto di male per meritare questa domanda? Me lo hanno proposto molte volte, di entrare in politica, ma sarebbe come invitare uno stonato a cantare». Però lei ha buon senso. «Grazie a Dio sì, ma in politica il buon senso c’è sempre?».

Come vivono accanto a lei? «Io sono il primo a dire “state lontani da me, ah ah” come cantava Celentano. Non voglio infettare nessuno, a differenza dei no vax». A parte cucinare, che fa? «Ho un grande bosco, cammino e mi riempio i polmoni di sano ossigeno.

Poi controllo i contadini e vedo come stanno andando i terreni, capisco quando è prevista la potatura della vigna. Soprattutto, sto costruendo la nuova cantina. Voglio arrivare a produrre 5 milioni di bottiglie l’anno. I dischi non si vendono più: abituato ai grandi numeri, mi rifaccio con la vendita delle bottiglie. Una bottiglia di vino è come ascoltare un cd interessante che ti riempie di allegria, serenità e impegno».

I vini di Al Bano che sapore hanno? «Sanno di musica, sanno di passione, sanno di Salento. E soprattutto sanno di tutti quegli elementi che formano un buon grappolo d’uva». Beve tutti i giorni? «La bottiglia di fronteame le potrebbe rispondere. Il vino è una medicina, se prendi le dosi giuste fa molto bene. Mai esagerare. Un paio di bicchieri a pasto assicurano la salute. Io sono asintomatico grazie al mio vino.

I polifenoli e i tannini sono un toccasana. Davanti al vino, il Covid si ubriaca talmente tanto che non attacca». Nell’intervista che ha rilasciato al Corriere della Sera si parla di un ritorno di fiamma con la Lecciso: quindi si era spenta la fiamma? «Ritorno di fiamma? Perché, il fuoco si era spento? Grazie a Dio il fuoco sta bene e funziona a meraviglia». Le madri dei suoi figli erano, sono e saranno sempre sacre.

Così ha dichiarato. Però al suo fianco da 21 anni c’è la Lecciso. «Quando si parla dei fatti miei evito la domanda ed evito la risposta. In casa, qui a Cellino, ci sono mia figlia Jasmine, mio figlio Bido e Loredana. Stiamo lontani a causa del virus e non saquanto mi dispiaccia». Ci parli di Al Bano nonno. Non esistono foto dei tre bimbi... «I genitori sono ferrei, in questo, e il loro riserbo mi piace molto. Ma è bellissimo avere dei nipotini. Al mattino, sentirli bussare alla mia porta chiamandomi “nonno” è musica. Prima della mia positività entravano piano piano e ci abbracciavamo stretti. Bello, bello, bello ».

Cosa fa con loro? «Gli faccio gli scherzi, produco con la bocca suoni che li fanno impazzire, disegno sulla carta: prima il lupo, poi la pecora. Insomma le solite cose che un nonno fa con i nipotini, nulla di eccezionale. Avere la possibilità di farlo mi riempie di gioia e capisco quanto sia bello questo ruolo. Natale mi ha regalato la gioia dell’essere nonno».

È nonno, ma è anche padre di due ragazzi: che rapporto ha con loro? «Meraviglioso. Hanno due caratteri totalmente diversi. Il fattore crescita è determinante per entrambi mami rendo conto che voi donne siete comunque più complicate. Per Jasmine stare chiusa in casa in isolamento fiduciario non è semplice, Bido invece non si fa intimidire manco dal virus. Mia figlia è brava, studia, ha lavorato e ha una grande passione per la musica.

Forse ha solo bisogno di focalizzare la sua attenzione su ciò che desidera davvero. Questa è l’epoca “del jet”, nel senso che tutto corre veloce ed essere giovane significa spesso dover stare attenti anche a non bruciare le tappe. Jasmine è fantastica, colta, curiosa, ma sta attraversando un momento di crescita individuale suo, intimo e intenso: non vedo l’ora di abbracciarla stretta a me e dipanare con lei tutti i suoi dubbi sul suo futuro.

Bido? È così indipendente...Autosufficiente nato: mi ricorda qualcuno, ma non so chi sia...». I buoni propositi per il 2022? «Un film sulla mia vita, su richiesta della Publispei, e tournée in giro per il mondo, tutte quelle che il virus mi ha impedito di fare. Non vedo l’ora di stare su un palcoscenico e fare concerti. Finire la mia cantina e fare una grande festa per il funerale del Covid. Ho comprato una bara, ci ho messo la data di nascita del virus, aspetto la data della morte.

Scaverò la fossa, ci metterò dentro la bara e festeggerò per tre giorni fino all’esaurimento... È invitata pure lei». Quanta voglia di vita c’è in lei? «Mi sembra di essere nato ieri, con la differenza che sono già vecchio. Anche se sono gagliardissimo». Una compagna giovane aiuta. «Io sono così di carattere, ma diamo un merito anche a Loredana. Mi ricordo benissimo, agli inizi del nostro rapporto, che lei si stupiva, mi diceva che sono un evergreen. Sarà la mia natura contadina: le origini hanno avuto un bell’impatto nella mia esistenza». Si sente mai stanco? «Quando sento le persone lagnarsi per la stanchezza mi viene da invitarli ad andare a riposare. Detesto le persone che si piangono addosso. Già il fatto di potersi svegliare al mattino e aprire la finestra è meraviglioso. Stanco de che? La vita è come la tastiera di un pianoforte, dipende da te che musica vuoi sentire».