Dopo l’incredibile successo di Mina Settembre, di cui a breve cominceranno le riprese della seconda stagione, Serena Rossi torna alla fiction con una nuova avvincente storia, in onda, in prima serata, su Raiuno a partire da domenica 16 gennaio.
Protagonista de La sposa, serie prodotta da Rai Fiction ed Endemol Shine Italy, l’attrice partenopea veste i panni di Maria, una giovane donna dai gravi problemi economici da cui è afflitta, accetta il matrimonio per procura con un uomo che non conosce e dunque non ama. Uno spaccato storico e sociale affascinante su una pratica così tristemente in voga nei decenni scorsi in Italia. La Rossi si confessa, con generosità e sensibilità.
Serena, che cosa ti ha convinto a recitare in questa fiction? «Pur facendoci viaggiare nel passato, La Sposa sviluppa temi attualissimi al centro del dibattito culturale e sociale del nostro paese, come l’accoglienza dell’altro, l’emancipazione femminile e la sorellanza.
La serie è ambientata negli anni ’60, per me ! è stata un viaggio straordinario che mi ha permesso di comprendere da dove arriviamo, le nostre radici. E una storia potentissima che ho amato fin da subito: non riuscivo a smettere di leggere la sceneggiatura».
Con tutte le differenze del caso, in che cosa Maria è simile a te e in che cosa invece è profondamente diversa? «Maria è una donna incredibile. L’ho amata immediatamente per la sua determinazione e la grande forza.
Mi appassionano le donne che non si perdono d’animo, ma che affrontano la vita a testa alta. Spero di assomigliarle un po’, anche io come lei amo le sfide e non mi spaventano le difficoltà. A differenza sua non credo che sarei in grado di acconsentire a un matrimonio per procura, anche se comprendo la sua motivazione: accetta tutto pur di salvare la sua famiglia».
Maria è pronta a sacrificare la sua felicità sentimentale per risolvere i problemi economici della sua famiglia. Tu in amore ti sei sempre lasciata guidare più dal cuore o più dalla ragione?
«Dal cuore senza dubbio, ma con la ragione sempre vigile».
Di emancipazione femminile si parla ancora ai giorni nostri, a che punto siamo arrivati, secondo te, lungo questo cammino di importanti rivendicazioni sociali ed economiche da parte delle donne?
«Molta strada è stata fatta, ma il cammino è ancora lungo. Sono fiduciosa, vedo le nuove generazioni più consapevoli e impegnate. Ci vuole un percorso condiviso che coinvolga anche gli uomini, non solo noi donne perché riguarda tutti. Tutti siamo responsabili e serve coltivare una cultura del rispetto fin dall’età scolare».
Le donne di ieri, quelle che proprio sul finire degli anni Sessanta cominciavano giustamente a reclamare uguali diritti e dignità rispetto agli uomini, che cosa possono insegnare a quelle di oggi?
«Ci hanno insegnato a non voltare la faccia di fronte alle ingiustizie, che si può essere delle buone madri restando a casa oppure lavorando e che essere madri non è per forza tutto. Con le loro azioni ci hanno i mostrato che a volte è necessario alzare la voce per farsi sentire e che non | bisogna avere paura».
Quali sono stati i tuoi modelli femminili di riferimento nella tua famiglia? «Mia madre sicuramente, ma anche le mie nonne e mia sorella. Ogni-suo modo mi ha insegnato il rispetto, l’amore e a lottare per ciò in cui si crede. Con loro ho imparato che si può anche cadere, ma ciò che conta veramente è riuscire a rialzarsi. Mi hanno insegnato altresì a ridere di gusto».
E quelli professionali invece? «Ho diverse figure di riferimento, l’elenco è lungo. Un’attrice che stimo molto e che ho avuto l’immenso piacere di conoscere a Venezia è Penelope Cruz: un’attrice e una donna straordinaria».
«Vorrei condurre Sanremo!» Hai archiviato una stagione professionale davvero da incorniciare, segnata, tra le altre cose, dallo straordinario successo di Mina Settembre. Perché secondo te il pubblico ha dimostrato cosi grande affetto nei confronti di questa serie?
«E vero siamo stati sommersi da un affetto incredibile. Credo che sia dovuto al fatto che Mina è un’eroina moderna, straordinaria, ma anche una donna normale capace di creare immedesimazione e vicinanza. È l’amica che vorresti avere, a cui chiedere aiuto quando qualcosa non va. E poi la serie è ambientata a Napoli, la mia città meravigliosa da sempre abituata ad accogliere e che ora più che mai sta vivendo un momento d’oro che mi inorgoglisce».
Ogni anno si fa il tuo nome come possibile co-conduttrice del Festival di Sanremo. Quest’anno hai impegni dal 1° al 5 febbraio? «Sarò sul set di Mina Settembre 2 fino a primavera inoltrata. Sanremo è un palcoscenico unico, nei prossimi anni sarei felice di condurlo. Penso che tutti lo sarebbero». Prendendo a prestito il titolo di questa serie, il 2022 potrebbe essere l’anno giusto per le nozze con il tuo compagno Davide Devenuto? «Per ora stiamo benissimo così, in futuro chissà!».