Will Smith rischia la sua carriera dopo lo schiaffo agli Oscar

Le scuse non bastano. Dopo lo schiaffo in diretta mondiale durante la notte degli Oscar, Will Smith ora rischia la carriera. Le sue dimissioni dall’Academy «col cuore spezzato», ha detto, non sembrano essere sufficienti e le conseguenze, dal punto di vista professionale, potrebbero essere molto pesanti.

Se nei giorni precedenti alla cerimonia le case di produzione facevano a gara per accaparrarsi i titoli legati al suo nome, ora invece alcuni dei suoi più importanti progetti stanno proprio naufragando. Secondo Variety, Netflix avrebbe congelato il thriller che aveva in programma di girare, Fast and Loose, mentre Apple Tv non fornisce dettagli sul destino della pellicola attualmente in post produzione, Emancipation, una storia di emancipazione dalla schiavitù (con un budget di 100 milioni di dollari) che fino a pochi giorni fa era tra i titoli più attesi.

Sony avrebbe messo in pausa la lavorazione del film d’azione Bad Boys 4 e la Disney una serie sui viaggi per il canale del National Geographic. Un vero disastro per l’attore che in questi giorni avrebbe dovuto festeggiare l’apice della propria carriera grazie all’Oscar ricevuto per King Richard, nel ruolo del padre delle tenniste Serena e Venus Williams, e che invece si ritrova a terra come un pugile suonato. «I cambiamenti richiedono tempo», ha dichiarato l’attore nel suo messaggio di scuse.

«Farò in modo che in futuro la rabbia non prenda mai più il sopravvento sulla ragione». Una rabbia che viene da lontano, come racconta lui stesso nell’autobiografia uscita l’anno scorso, Will - Il potere della volontà. Nel libro il divo di Men in Black racconta di come abbia imparato con fatica, negli anni, a sottomettere la parte più intransigente di sé, che lui chiama “Il Generale”, a una più morbida e rassicurante, definita invece “Mr Fluffy”.

È merito di quest’ultimo se l'attore ha fatto carriera; peccato che proprio sul più bello Mr Fluffy si sia visto soffiare il trionfo dall’oscuro Generale. “Quando esce quest’ultimo, si passa da dolcezza ad amarezza in un istante e la gente rimane confusa”, ha scritto l’attore. Ed è proprio quello che è successo agli Oscar: nessuno si sarebbe mai aspettato un comportamento così scorretto proprio da lui. Un vero caso di auto sabotaggio che gli psicologi avranno occasione di analizzare. Come ha scritto il regista Gabriele Muccino, che l’ha diretto due volte: “Una vita intera dedicata a diventare una stella del firmamento con rigore, studio, disciplina, serietà, professionalità. E 15 secondi per polverizzare tutto”.