Sfortunata sorpresa di inizio settimana per gli automobilisti

L’inizio di una nuova settimana porta poco piacere agli automobilisti. Si rimettono in moto, infatti, i rincari alla pompa. Il fine settimana appena trascorso ha mostrato, per alcuni gestori, un incremento dei prezzi raccomandati sia per la benzina che per il diesel (+1 centesimo per Eni e Q8, mentre Ip si è allineato con un aumento di 0,5 centesimi al litro). Sebbene sia solo l’inizio e le medie nazionali mostrino piccoli aggiustamenti, non ci sono segnali confortanti per l’immediato futuro.

Più nello specifico, dai dati forniti da Quotidiano Energia relativi all’Osservaprezzi del Mimit aggiornati alle 8 del 14 gennaio, il prezzo medio praticato per la benzina in self-service è ora di 1,774 euro al litro (1,773 la rilevazione precedente), con variazioni tra le diverse compagnie da 1,762 a 1,784 euro al litro (distributore no logo a 1,767). Il diesel self, invece, si attesta a 1,732 euro al litro (era 1,731), con un range di prezzo tra 1,721 e 1,740 euro al litro (no logo 1,724). L’offerta al servito si mantiene stabile per la benzina a 1,916 euro/litro, con prezzi variabili tra 1,851 e 1,987 euro al litro per le diverse compagnie (no logo 1,824). Il diesel servito presenta una media di 1,873 euro al litro (precedentemente 1,874), con prezzi medi tra 1,811 e 1,944 euro al litro (no logo 1,780). I prezzi medi del Gpl sono compresi tra 0,722 e 0,739 euro al litro (no logo 0,708) e del metano auto tra 1,406 e 1,539 (distributore no logo a 1,422).

Si prospetta una benzina a 1,950 euro al litro: quali conseguenze

Le recenti tensioni geopolitiche in Medio Oriente potrebbero avere pesanti ripercussioni sui consumatori italiani, traducendosi in un aumento dei prezzi e delle tariffe che potrebbe misurarsi in diverse centinaia di euro all’anno per famiglia, avvertono dall' ente di tutela dei consumatori Assoutenti. Benzina e bollette si configurano fra i potenziali rischi.

Sembrano destinate ad aumentare anche le tariffe di prodotti legati alle importazioni, a causa della crisi che attanaglia il Canale di Suez, fondamentale rotta di trasporto per l’Italia, sul quale transita il 40% del nostro import-export marittimo, per un totale di 154 miliardi di euro, afferma Gabriele Melluso, presidente dell’associazione. La situazione di tensione ha perturbato i normali itinerari marittimi, con un conseguente incremento dei costi di trasporto e ritardi nelle consegne, il tutto riversato sui prezzi finali al consumatore.

E la benzina? Le petroliere risentono della stessa instabilità. Il rischio evidente è un possibile rialzo dei prezzi del petrolio. Secondo le previsioni più convincenti, potremmo assistere a un incremento del 10% dei listini del pubblico, portando il prezzo della benzina anche fino a 1,950 euro al litro, un costo aggiuntivo di +213 euro per ogni famiglia solo per i rifornimenti. Tutti noi ci auguriamo che tale scenario possa essere evitato.