Ale e Franz arrivano dal 13 aprile su Rai2 con "Fuori tema"

Sono pronti a rimettere in bella vista l’argenteria di casa, ovvero l’affiatamento, l’originalità dello stile, l’improvvisazione e l’orologeria delle battute. Argenteria che ormai hanno in dote da 25 anni, da quando Alessandro Besentini e Francesco Villa hanno fondato il duo Ale e Franz.

Ora tornano con un programma tutto loro su Raidue, Fuori tema, in onda dal Teatro la Cucina, all’interno dell’ex refettorio dell’ospedale psichiatrico Paolo Pini di Milano, per otto puntate in seconda serata, a partire dal 13 aprile.

La loro unione è più solida di tanti matrimoni. «Lasci perdere, non tocchiamo il tasto nozze, siamo tutti e due già al secondo giro compiuto», dice Franz. E, come fanno gli innamorati, entrambi ricordano come fosse ieri il loro primo incontro. «Frequentavamo una scuola di teatro, ma non ci conoscevamo », spiega Ale. «Un amico di Franz mi porta nella loro compagnia amatoriale, in un salone d’oratorio: mi ingaggiano per una piccola parte». Aggiunge Franz: «È stata intesa a prima vista, ma tra me e me dissi: “Chi è ‘sto matto?” La faccia di Ale fin da allora non passava inosservata».

Negli anni nemmeno un litigio, per nessun motivo. «Qualche confronto», confessano, «ma più andiamo avanti meglio sappiamo mediare le questioni con l’esperienza. Il segreto è che ci fidiamo molto l’uno dell’altro e anche se, per esempio, uno sketch convince pienamente solo uno di noi andiamo avanti. E poi facciamo i complimenti a chi ha tenuto duro perché il risultato, poi, finisce per soddisfare sempre tutti e due». È successo anche per il nuovo programma, dove si trasformeranno in cani parlanti, improbabili poliziotti o in personaggi celebri della storia...

Insomma, ci saranno tanti momenti di spettacolo “fuori tema”, diversi tra loro, spiazzanti o riflessivi, legati dalla peculiare comicità del duo, surreale e poetica. «Lavoriamo bene insieme pur essendo completamente diversi», prosegue Franz. «Anche nei puzzle, del resto, i pezzi che si incastrano non sono quelli uguali.

Noi siamo complementari. Ale è più naïf, artistico, mentre io sono più quadrato, ragioniere». Sarà l’eredità degli anni passati sui banchi di economia e commercio, facciamo notare. «Sono un laureando da vent’anni. Ho lasciato l’università per il palco a un passo dalla fine, mi piacerebbe un giorno completare il ciclo di studi». Ale, invece, si è fermato alla terza media.

Ha fatto l’idraulico e il tornitore prima che il successo gli esplodesse tra le mani. Da Zelig in poi i due non hanno mai avuto uno stop, dalla Tv al cinema, e tanto teatro. «A fine febbraio dello scorso anno, per via della pandemia, abbiamo interrotto la nostra tournée di Romeo e Giulietta - Nati sotto contraria stella alla replica 101. In estate ci ha chiamato Gabriele Salvatores per girare Comedians, riadattamento per lo schermo del testo teatrale scritto da Trevor Griffiths a fine Anni 70 e in autunno abbiamo iniziato a pensare allo spettacolo Tv.

Poi, come al solito, le domeniche siamo da Fabio Fazio. Insomma, anche nel lockdown abbiamo avuto un bel daffare». Aggiunge Ale: «E meno male! Perché comunque mi è tornata un po’ di pancia». La sua forma fisica un po’ di tempo fa aveva preoccupato i fan: era dimagrito vistosamente. «È vero. Si era creato allarmismo. Eppure non sono diventato smilzo da un giorno all’altro. Per tre anni ho seguito una dieta e, con calma, ho perso 35 chili.

L’ho fatto per salute, non per vanità. Ero arrivato a mangiarmi anche il frigorifero», scherza. «Pesavo 107,6 chili, ero obeso e l’obesità è una patologia riconosciuta dall’Organizzazione mondiale della sanità. Ora, invece, sto benissimo, faccio le scale con facilità, è tutta un’altra vita. Prima a tavola ero disordinato, saltavo colazione e pranzo, mentre a cena mi abbuffavo, mi è bastato rimettere in ordine gli orari per dimagrire».

Franz, invece, a tavola si definisce «pesciano», un divoratore di pesce, ma non di sushi. «Sono attento all’alimentazione, non mangio carne da 18 anni, eccedevo nel consumo di insaccati e per disintossicarmi ho levato anche bistecche e carne in genere. Poi non ne ho sentito più l’esigenza. Ho sempre fatto molto sport, mi sono tesserato a calcio in quarta elementare e l’ho praticato a livello agonistico, ora mi sono un po’ stancato». Sarà l’età...

Franz ride. «Il tempo vola, me ne sono accorto l’altro giorno guardando il figlio di Ale [uno dei tre, ndr]. La cosa bella è che la nostra riverenza verso questo lavoro è rimasta immutata. Ci mettiamo serietà, impegno, rispetto, facciamo solo quello che ci sentiamo cucito addosso e nel corso della nostra carriera abbiamo detto tanti no, anche a proposte economicamente allettanti. Ci piace sperimentare e siamo grati a Raidue che ci dà l’opportunità di farlo con Fuori tema», dicono.

A proposito di tempo che passa, Ale a maggio spegnerà 50 candeline. «Non me lo ricordi, è una cifra che mi fa un po’ impressione, non me la sento questa età. Spero che la data passi inosservata». Ha poche speranze: «Ci penserò io», dice Franz. «Gli dirò: Non pensavo arrivassi fino a qui. Dai che magari riesci anche a toccare quota 51!». Riprende la palla Ale: «Siamo due vecchietti ormai. Dove andiamo l’uno senza l’altro?» dice, smentendo così i rumors che li vorrebbero sempre sul punto di lasciarsi.

Niente e nessuno li può dividere. Neanche la diversa fede calcistica: Ale è interista, Franz milanista. «Non riusciamo a guardare le partite insieme, Ale è scaramantico, le vuole vedere da solo». Franz, in solitudine, coltiva invece quello che lui definisce «il dono più grande»: la fede. «È un’arma in più per affrontare la vita. Ho una venerazione assoluta per San Francesco: con la sua esistenza ha dato concretezza alle parole del Vangelo. Si è battuto per la pace e per i poveri, è stato rivoluzionario».