Carlo Verdone chi è la moglie Gianna Scarpelli e chi sono Giulia a Paolo i figli

Carlo Verdone, chi sono i due figli

Giulia e Paolo Verdone sono i figli di Carlo Verdone e anche di Gianna Scarpelli. I due si sono sposati nel 1980 e poi si sono separati nel 1996 dopo 16 anni di matrimonio. Da questa unione sono nati poi due ragazzi ovvero Giulia che è la primogenita ed è nata nel 1986 e Paolo. Oggi Giulia ha 34 anni e lavora nel mondo del cinema ed è una assistente di produzione. Paolo invece è nato nel 1988 ed ha all’incirca 32 anni ed è molto appassionato di tennis e anche di musica. Anche quest’ultimo però sembra aver fatto qualche comparsa in alcuni film ed ha intrapreso proprio in questi anni una carriera diplomatica. Quando i genitori si sono separati, i figli erano ancora dei ragazzini ed avevano 10 e 8 anni.

Carlo Verdone: chi è, età, carriera

Carlo Verdone è nato a Roma il 17 novembre del 1950. Figlio del docente universitario di storia del cinema, dirigente del Centro Sperimentale di Cinematografia e critico cinematografico Mario Verdone, il quale lo avvicinerà al mondo del cinema sin da piccolo, e di Rossana Schiavina.

Dopo il diploma al Liceo Classico, Carlo Verdone si è laureato con 110 e lode in Lettere Moderne presso l’Università La Sapienza, ma fin da giovane si è dilettato nella ripresa amatoriale di cortometraggi.

Carlo Verdone ha debuttato a teatro Alberichino e nel 1977 ha esordito in televisione. Il suo debutto alla regia di un lungometraggio avviene nel 1980.  Oggi è uno degli attori, registi, sceneggiatori e comici più conosciuto e stimato in Italia.

Carlo Gregorio Verdone (Roma, 17 novembre 1950) è un attore, sceneggiatore e regista italiano.  Verdone è meglio conosciuto per i suoi ruoli comici in classici italiani, che ha anche scritto e diretto. La sua carriera è iniziata con i suoi primi tre successi, Un sacco bello (1980), Bianco, rosso e Verdone (1981) e Borotalco (1982). Dal 1990, ha introdotto nel suo lavoro argomenti più seri, legati agli eccessi della società e alle difficoltà dell’individuo nell’affrontarla; alcuni esempi sono Maledetto il giorno che t’ho incontrata (1992), Il mio miglior nemico (2006) e Io, loro e Lara (2010).

Primi annidi vita

Carlo Verdone è nato a Roma da Mario Verdone, un importante critico cinematografico e accademico italiano, e ha studiato al Liceo classico italiano di Roma, avendo come compagno di scrivania il futuro attore Christian De Sica.  Successivamente, Verdone si laurea in Lettere Moderne presso la Sapienza Università di Roma,la stessa università dove insegnava il padre, e si laurea in Regia Cinematografica presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Durante gli anni 1970 ha iniziato una carriera televisiva evidenziando il suo variegato stile comico, recitando anche in alcune pubblicità nello spettacolo Carosello e ha iniziato a introdurre i suoi personaggi in televisione nel 1978 nella popolare serie comica “Non Stop”. 

Carriera cinematografica

Verdone ha debuttato come regista nel 1980 con il film Un sacco bello, in cui ha interpretato tre diversi personaggi. Ha usato la stessa formula del primo lavoro nel 1981, quando ha diretto Bianco, rosso e Verdone, un film divertente su tre uomini diversi durante il giorno delle elezioni in Italia. Il film, prodotto dal suo mentore Sergio Leone, ebbe un grande successo in Italia, grazie alla sua brillante energia comica e ai suoi strani personaggi e ebbe la colonna sonora composta da Ennio Morricone.

Bravo e anche buono di cuore: è il ritratto di Carlo Verdone, attore e regista tra i più amati d’Italia. Si parla di lui in occasione dell’uscita del volume di Gian Luigi Rondi, un’opera che il veterano della critica cinematografica scrisse un mese prima della sua scomparsa. Nuovo incontra Verdone alla presentazione del libro.

Nel libro si racconta che vai spesso negli ospedali per portare un sorriso ai malati e alleviarne le sofferenze… «È vero. Capita spesso che la gente del quartiere mi fermi per chiedermi di portare un sorriso ai loro cari malati. Se ho tempo lo faccio volentieri: non posso farlo sempre, anche perché se si sparge la voce poi devo andare da tutti!».

Lavorare negli ospedali è sempre stato il tuo sogno. Da ragazzo volevo fare il medico di famiglia, quello che va nelle case a visitare i malati e che oggi ormai non esiste più. Mi è sempre piaciuto fare del bene, in fondo è ciò che faccio con il lavoro di attore: un bel film è un antidepressivo privo di effetti collaterali».

Poi hai deciso di recitare… «Era destino. Mi sono laureato in letteratura italiana per fare il professore o il giornalista; a un certo punto, però, mi sono ritrovato in questo mondo. Certo, sono cresciuto in una famiglia che mi ha avvicinato al cinema fin da piccolo visto che mio padre era docente universitario del Centro sperimentale di cinematografia. La mia fortuna è stata aver conosciuto tanti registi».

Da cosa trai l’ispirazione per i personaggi dei film? «Nel quartiere di Roma dove vivo sono riuscito a mantenere rapporti umani. Chiacchiero col giornalaio, poi vado in farmacia dove chiedo qual è il medicinale più richiesto. Ma soprattutto mi rendo conto di quante persone sole hanno bisogno di parlare con le farmaciste pazienti che le ascoltano. Sono storie incredibili, che mi danno spunti per i film».

Il cinema italiano vive un momento di crisi: perché? «Prima la società offriva spunti, c’era umanità anche nei personaggi balordi. Oggi sono tutti mascherati, tra social e selfie. Nessuno sorride e scrivere storie divertenti, come nel mio caso, o drammatiche o comunque che possano invogliare il pubblico ad andare al cinema è più difficile».

Ti sei convinto a fare una serie televisiva: ce ne parli? «L’ho fatto, ma non mi dà le stesse emozioni del set cinematografico. Ho scritto la prima puntata di Vita da Carlo, insieme ad altri, è piaciuta e presto cominceremo a lavorarci. Sarà poi il produttore a decidere se darla a Netflix, ad Amazon o a Sky. Sicuramente è una nuova esperienza, molto “mordi-e-fuggi” visto che giriamo venti minuti al giorno: saranno tredici o quattordici puntate. Quando mi ha fatto la proposta, il produttore ha detto: “Non penserai mica che possiamo pagarti quanto al cinema!”. Insomma, ci guadagno poco a fare la serie».

Però stai lavorando anche al tuo nuovo film… «Sì, lo sto scrivendo con Giovanni Veronesi: ci saranno tre attori e un’attrice femminile di rilievo. Si tratta di un film di performance, estremamente delicato ma con una bellissima idea, girato in parte a Roma e in parte al Sud. Lo devo ancora portare al produttore De Laurentiis: quindi non vi posso dire altro».