Ci sono alcuni programmi che sembrano non cambiare mai e invece cambiano con la realtà che raccontano. È il caso de I fatti vostri: da 31 anni, ogni giorno all’ora di pranzo, da una piazzetta di paese ricostruita, parla agli italiani con giochi a premi, curiosità, rubriche e racconti della provincia.
Alla sua conduzione oggi ci sono il giornalista Salvo Sottile e l’attrice Anna Falchi, ma in passato ci sono stati Fabrizio Frizzi, Alberto Castagna, Massimo Giletti, Giancarlo Magalli. In cabina di regia e a dare voce al famoso “comitato” c’è sempre lui: Michele Guardì, 79 anni, regista e inventore di questo e di altri format televisivi. I fatti vostri è stato un programma rivoluzionario: fu il primo a portare in Tv le storie, le chiacchiere e le tragedie della gente della provincia.
Non a caso negli anni d’oro ha raggiunto livelli di share di oltre il 50%, oggi impossibili da eguagliare. «La provincia è la depositaria dell’umanità vera: siamo noi», ci spiega Guardì, il “maestro” come lo chiamano tutti. «Quando decisi di mettere in Tv le storie comuni al posto dei divi, alcuni mi diedero del matto. Poi invece un po’ di ragione l’ho avuta. Da noi venne anche l’allora presidente del Consiglio Giulio Andreotti a farci la rassegna stampa. “Cosa devo dire?”, mi domandò. “Quello che dicono le persone normali, presidente”, gli risposi. E così fece. Molti mi chiedono se sono stanco di venire qui tutti i giorni da 31 anni. Sinceramente no.
Lo fossi, starei a casa». L’udienza è finita, la diretta deve cominciare alle 11.10 (dura quasi due ore) e così inizia pure il nostro backstage. Siamo a Roma, nella sede Rai di Via Teulada, nello storico studio “a 360 gradi”: le telecamere sono poste nel mezzo e tutt’intorno c’è la scenografia, che riproduce la piazza di Casteltermini (Agrigento), paesino d’origine di Guardì. I vari segmenti (rubriche, giochi, previsioni del tempo, oroscopo) durano al massimo sei-otto minuti, e quindi per Salvo e Anna è tutto un saltellare da una parte all’altra dello studio.
Noi ci mettiamo dietro le telecamere per non dare fastidio, ma Guardì ci inquadra e ringrazia Gente in diretta: è la Tv verità, bellezza! Nel frattempo Salvo passa dalla conduzione del gioco a premi del porcellino a un’intervista con una signora accoltellata dal marito. «Io ho fatto l’inviato di guerra, il cronista di nera, i tg», spiega Salvo durante “un nero”, una pausa pubblicitaria. «Diventare anche quello che fa il gioco del porcellino, portando leggerezza, per me è stata una scommessa. Alcuni miei colleghi potrebbero guardare la cosa con snobismo. Io no: facciamo compagnia a tantissime persone e abbiamo preso due punti di share. Meglio di così!».
Mentre parliamo, l’archeologo e scrittore Umberto Broccoli ricorda l’indimeticato attore Gino Cervi e racconta il fatto del giorno. Prima invece aveva presentato una poesia, declinandola con canzoni e immagini. «Usciamo da una crisi, che in greco vuol dire cambiamento, e c’è voglia di racconto, di contenuti », assicura lui. «E la Tv pubblica riprende il suo ruolo, che è quello di educare, intrattenere e divertire». Anna Falchi passa dalla rubrica di medicina a quella dei dolci con il pasticciere Ernst Knam e la moglie. «Mi sentivo pronta per fare il day time: sono una donna normale, sono mamma, compagna, lavoratrice.
Le donne si riconoscono in me». La diretta va avanti, ci sono altri round di giochi a premi e interviste, c’è Emanuela Aureli che fa le imitazioni e canta benissimo, Stefano Palatresi al piano dirige l’orchestra e ci racconta di quando, proprio in questo studio, lui girava Quelli della notte con Renzo Arbore. E così siamo arrivati alla fine della diretta e dalla stanza della redazione esce lei: Giovanna Flora, 53 anni, braccio destro di Guardì da quando ne ha 18 e «vera anima de I fatti vostri; è lei che tiene la barra dritta», dice lui.
«Ci sono storie che mi hanno toccato il cuore», racconta Giovanna. «Ricordo quando un bambino in camerino mi si buttò addosso per toccarmi e capire come ero fatta: la mamma mi spiegò che aveva appena perso la vista. Aveva due anni. E ricordo anche che Fabrizio Frizzi divenne donatore di midollo dopo che intervistammo un papà che aveva perso il figlio per leucemia. In questi anni abbiamo raccontato migliaia di storie: io ho diretto 8.800 puntate, i conti sono presto fatti. E voglio continuare: in questa piazza mi sento a casa».